Regione Marche: “Non modifichiamo la natura”

ogmIl territorio marchigiano non si presta alla coltivazione di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) poiché le peculiari condizioni geografiche e morfologiche rendono di difficilissima attuazione delle misure che permettano la coesistenza tra agricoltura biologica, convenzionale e agricoltura che si avvale degli OGM. Gli OGM non rientrano infatti nel modello di agricoltura regionale, che si caratterizza per una propria identità alimentare e che per rimanere competitivo produce diversità, con numerose eccellenze puntiformi.

Gli OGM ad oggi disponibili sul mercato riguardano principalmente mais in Europa e soia, cotone e colza nel resto del mondo – e quindi l’introduzione nel contesto europeo, ed italiano/marchigiano, non produrrebbe significativi effetti economici, trattandosi di materiale modificato oltre trent’anni fa per resistere agli erbicidi e creerebbe, per di più, un conflitto con il mondo produttivo biologico.

Anche una sentenza della Corte di Giustizia Europa del settembre 2011 ha evidenziato l’incompatibilità delle coltivazioni geneticamente modificate con il settore apistico che è universalmente riconosciuto quale indicatore di biodiversità di un territorio – con particolare riferimento alla produzione di miele e integratori derivati da polline.

La Regione Marche dal 2003 intraprende attività necessarie per la prevenzione e l’intervento di contrasto in materia di OGM; con D.G.R. 1265 del 22 settembre 2003 è stato istituito “Nucleo operativo per la prevenzione e l’intervento in materia di OGM” . Dal 2004 sono attuati, annualmente, dei Piani complessivi delle attività necessarie per la prevenzione e l’intervento di contrasto in materia di OGM preventivi alle campagne di semina di mais e soia, che prevedono il controllo delle sementi di mais e soia per la presenza di OGM, il controllo annuale sugli alimenti animali, nonché attività di informazione e comunicazione verso gli agricoltori ed i consumatori .

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Dal 2010 la Regione Marche ha assunto la Presidenza della Rete delle Regioni e Autonomie locali libere da OGM (internet http://gmofree-euroregions.regione.marche.it ), organizzazione nata nel 2003 per volontà di dieci Regioni Europee di far sentire la propria voce in materia di coltivazioni geneticamente modificate e dall’esigenza di accogliere la crescente preoccupazione e contrarietà dei consumatori europei. La Rete, che conta attualmente 60regioni europee per oltre 150 milioni di abitanti su 9 Stati, vuole ribadire la libertà di scelta dei governi europei di vietare le coltivazioni geneticamente modificate nei propri territori al fine di tutelare la biodiversità, le produzioni di qualità biologiche, tradizionali e tipiche, l’immagine di un territorio – anche in chiave turistica – per un’ agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

Otto regioni hanno finora aderito sotto la presidenza della Regione Marche dal nov. 2010 (Champagne-Ardenne (F), Nordrhein-Westfalen (D), Thüringen (D), Schleswing-Holsteien (D), Baden-Württemberg (D), Rheinland-Pfalz (D) , Saarland (D) e Niedersachsen (D) ).

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