Evoluzione meteo. Tornano le depressioni, le piogge e la neve

Febbraio ci riporta il dinamismo barico
Il modello Europeo ECMWF, il più performante,stamattina ha rotto gli indugi mostrando una decisa virata verso il ritorno del freddo prima artico marittimo successivamente continentale ( da confermare). Possiamo individuare tre momenti: il picco mite subtropicale, la prima irruzione fredda e infine l’avvio di una fase molto instabile e perturbata. Non dimentichiamo mai che in questo periodo servono le precipitazioni, pioggia o neve che sia, per porre fine alla siccità. Sono quindi ottime notizie quelle che giungono dalle ECMWF mattutine.

Picco subtropicale, poi prima irruzione fredda il 4 febbraio
Ribadiamo che domani si toccherà il picco dell’avvezione mite subtropicale. Alla quota di 850 hPa si arriverà sino a +10°C, con punte termiche al suolo in diversi casi amplificate dagli effetti favonici. Ma già il 3/4 febbraio, una modesta irruzione fredda riporterà le temperature verso valori normali alla quota di 850 hPa, con un crollo termico di oltre 10°C! il tempo sarà instabile, con piogge e nevicate in particolare nella notte e primo mattino di giovedì a quote medio basse.

7-8 febbraio: saccatura nord-atlantica, forte neve sulle Alpi
Ancora una volta le ECMWF confermano l’irruzione della profonda saccatura tra il 7 e l’8 febbraio. Quasi tutto il paese sarà colpito dalle piogge, che ripuliranno l’aria dagli inquinanti velenosi. Sembra che le Alpi possano fare il pieno di neve: il modello europeo vede accumuli rilevanti tra il 7 e il 9 febbraio circa. Neve anche in Appennino, ma meno copiosa e a quote un po’ più alte. Il fatto è che la saccatura nord-atlantica innescherà il 7 febbraio forti venti di libeccio e poi di scirocco, quanto di meglio per la neve alpina nel versante italiano. Poi la saccatura penetrerà in Italia, come si può vedere nella seconda ECMWF.

Ancora depressioni nord-atlantiche nel lungo termine
Infine, dando un’occhiata al lungo termine di ECMWF, appare la possibilità di una nuova profonda saccatura verso il 10 febbraio. Certo, si tratta solo di tendenze a lungo termine, ma tale evoluzione barica sarebbe in sintonia con quanto viene previsto in stratosfera, dove un primo forte riscaldamento dislocherebbe il vortice polare proprio sull’Europa. Un secondo ancora più importante riscaldamento stratosferico potrebbe portare alla destrutturazione del vortice polare, ma di questo sarà opportuno riparlarne.

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