Almanacco del Giorno 24 Agosto

24 Agosto 2013

E’ il 236° giorno dall’inizio dell’anno 2013.  Mancano 131 giorni per la fine del 2013

Il SOLE – Sorge: 6:24, Tramonta: 20:00   la   LUNA – Leva: 21:35, Cala: 10:17 – Gibbosa calante
in luna calante (semina e trapianto di ortaggi da radice e dei bulbi, taglio di legna da costruzione, potatura di alberi vigorosi, innesto a gemma, prelevamento delle marze, sfrondatura, raccolta di frutta e di verdure a bulbo, vendemmia, mietitura).

Proverbio del giorno

Chi vuole un pero ne pianti cento,

chi vuole cento susini ne pianti uno

 

Oggi si festeggia

San Bartolomeo Apostolo

24 agosto

Primo secolo dell’èra cristiana

Patrono di Campobasso e Boiano

S. Bartolomeo è uno dei dodici apostoli, cioè uno di quegli uomini che furono compagni di Simon Pietro per tutto il tempo che il Signore Gesù visse sulla terra, a partire dal battesimo di Giovanni Battista fino al giorno in cui fu assunto al cielo (Atti, 1, 21s.). Il suo nome compare in questa forma, subito dopo quello del suo amico Filippo, nelle tre liste che degli Apostoli riportarono i Sinottici (Mt. 10, 3; Mc. 3, 18; Lc. 6, 14). S. Giovanni l’evangelista ricorda invece con altri discepoli del Signore Natanaele di Cana di Galilea (Giov. 21,2). Gli studiosi attribuiscono oggi comunemente i due nomi ad una stessa persona. Il primo sarebbe patronimico e significa figlio di Tolmai; il secondo sarebbe nome proprio e significa dono di Dio.
Anche Bartolomeo esercitava il mestiere del pescatore. Difatti, quando S. Pietro, dopo la risurrezione, si accinse ad andare a pescare, Natanaele si associò agli altri cinque apostoli presenti, i quali esclamarono: “Veniamo anche noi con te”. Quella notte non presero niente. Sul far del giorno, Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non sapevano che era Gesù. Egli disse loro: “Figliuoli, avete un po’ di companatico?”. Gli risposero “No”. E lui ad essi: “Gettate la rete a destra della barca e troverete”. La gettarono e non riuscirono più a tirarla per la gran quantità di pesce (Giov. 21, 2-6).
Probabilmente Bartolomeo faceva parte della cerchia del Battista. Gesù lo chiamò alla sua scuola, tramite Filippo, amico di lui, come aveva chiamato poco prima Simone, tramite Andrea, fratello di lui. Dopo la scelta dei primi discepoli Gesù volle andare in Galilea. Incontrò Filippo di Betsaida e gli disse: “Seguimi”. L’invito fu subito accolto. Filippo a sua volta incontrò Natanaele e gli comunicò la lieta notizia: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosé nella legge ed i profeti, Gesù, figlio di Giuseppe, di Nazareth”. Natanaele era forse un assiduo lettore della Bibbia. La doveva meditare sovente sotto il fico che ogni giudaico aveva cura di far sorgere accanto alla propria casa. Sembra però che fosse di temperamento incline al pessimismo. Lo si arguisce dalla sprezzante risposta che diede all’amico: “Da Nazareth può venire qualcosa di buono?”. Cana, la sua terra natia, distava appena otto chilometri dalla borgata che il Figlio di Dio aveva scelto come sua dimora terrena.
Natanaele sapeva che era formata da un’accolta di stamberghe semitrogloditiche e che non era neppure nominata in tutto l’Antico Testamento. Filippo, senza raffreddarsi per la scoraggiante risposta, si limitò a dirgli: “Vieni e vedi”. Appena Gesù scorse il diffidente figlio di Abramo non poté fare a meno di esclamare: “Guarda! Uno davvero Israelita, nel quale non c’è inganno!” (Giov. 1, 40-47).
A nessuno degli apostoli fu resa una testimonianza tanto onorifica e solenne. Natanaele stesso più che lusingato ne rimase stupito, motivo per cui gli chiese: “Donde mi conosci?”. Il Signore approfittò della sua meraviglia per dargli una prova, ancor più evidente della prima, della sua onniscienza. “Prima che Filippo ti chiamasse, gli disse, ti vidi mentre eri sotto il fico”. Non sappiamo che cosa vi stesse facendo. E’ facile che nel suo animo fosse accaduto qualcosa di grave e di determinante per la sua esistenza. Non è improbabile che pensasse al vero Messia, alla redenzione d’Israele, avendo udito strane voci che correvano in paese a proposito di Gesù tornato da Befania con i suoi primi apostoli. Il pio israelita, incapace di finzione, ne rimase sgomento e invaso ad un tratto da fervore esclamò: “Rabbi, tu sei il Figlio di Dio. Tu sei il re d’Israele!”. Aveva avuto dunque ragione l’amico Filippo di riconoscere in Gesù il Messia promesso dai profeti! Il Signore smorzò in parte quel suo eccessivo entusiasmo dicendogli: “Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico, tu credi? Vedrai cose ben più grandi di queste”. Volgendosi poi a quanti lo seguivano aggiunse: “Vedrete il cielo aperto, e gli angeli di Dio ascendere e discendere sul Figlio dell’Uomo” (Ivi 1,48-51) permettersi al suo servizio, riconoscerlo loro Signore e avere cura della sua santissima umanità.
Tre giorni dopo il colloquio con Natanaele “ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea. La madre di Gesù era là. Alle nozze fu invitato anche Gesù con i suoi discepoli” (Ivi, 2, ls.), forse da Natanaele stesso. Non è improbabile che lo sposo o la sposa fossero suoi parenti o amici. Anche lui assistette così all’inizio delle “cose ben più grandi” predette dal Signore, alla conversione cioè dell’acqua in vino con cui il Messia “manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui” (Ivi, 2, 11).
Dopo il ricordo della sua vocazione, questo apostolo si eclissa nel Vangelo per tutta la vita di Gesù. Anche dopo la Pentecoste si hanno vaghe tradizioni riguardo al suo apostolato. Eusebio riferisce che Panteno, il fondatore della scuola catechetica di Alessandria d’Egitto, nel suo viaggio in India (probabilmente era l’Etiopia o l’Arabia meridionale) verso la fine del secolo II, aveva incontrato comunità cristiane costituite dall’apostolo S. Bartolomeo, presso le quali aveva diffuso il Vangelo di S. Matteo in lingua ebraica. In seguito si sarebbe trasferito nell’Armenia maggiore, sostenendo non poche fatiche e superando non lievi difficoltà.
Secondo il Breviario romano in questa regione l’apostolo convertì alla fede cristiana il re Polimio e la sua sposa, nonché dodici città. Queste conversioni eccitarono l’invidia dei sacerdoti delle locali divinità, i quali riuscirono ad aizzare contro di lui in tal modo Astiage, fratello del re Polimio, che costui impartì l’ordine di scorticare vivo Bartolomeo e poi di decapitarlo. Gli artisti lo raffigurano abitualmente con sulle braccia il manto della propria pelle.
Una tradizione armena afferma che il corpo dell’apostolo fu sepolto ad Albanopoli, città in cui subì il martirio. Nel 507 l’imperatore Anastasio I lo fece trasferire a Daras, nella Mesopotamia, dove costruì in suo onore una splendida chiesa. Nel 580 una parte di quei resti mortali fu probabilmente trasferita a Lipari, al nord della Sicilia. Durante l’invasione dei saraceni le reliquie del santo furono trafugate nell’838 a Benevento finché nel 1000, per l’intervento dell’imperatore Ottone III, giunsero a Roma e furono composte nella basilica di S. Bartolomeo, nell’isola Tibertina. Nel 1238 il cranio dell’apostolo fu portato a Francoforte sul Meno dove è ancora venerato nel duomo a lui dedicato. S. Bartolomeo è considerato il protettore dei macellai, dei conciatori e dei rilegatori.

accadde come oggi

1862 – La lira diventa moneta nazionale (150 anni fa): A poco più di un anno dall’Unità d’Italia, la lira diventa moneta nazionale, con la firma da parte di Vittorio Emanuele II
1891 – Edison brevetta il Cinetoscopio (121 anni fa): Coppie di ballerini, attori che si baciano, un bambino che fa il bagno nella tinozza. Erano le scene più ricorrenti nel Cinetoscopio (nome originale Kinetoscope), il precursore del proiettore

Nati oggi

1903 – Peppino De Filippo (109 anni fa): Nato a Napoli, Giuseppe De Filippo detto Peppino è stato un maestro dell’arte di far ridere, come pochi nella storia del teatro e del cinema italiano. Attore, comico e drammaturgo
1948 – Jean Michel Jarre (64 anni fa): Nato a Lione, in Francia, è musicista e compositore. Considerato dalla critica come un pionere della musica elettronica, ambient e New Age.
1929 – Yasser Arafat (83 anni fa): Nato a Cairo, e morto nel 2004, politico palestinese e combattente. Nel 1994 gli è stato assegnato il Nobel per la pace per il ruolo che ha rivestito nella riappacificazione dei Territori Palestinesi.

 

 

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