Considerazioni sull’origine dei conti Brancaleoni di Piobbico e riferimenti su Apecchio

Per quanto riguarda la casata dei conti Brancaleoni di Piobbico, signori all’inizio
di un feudo corrispondente all’incirca agli odierni comuni di Piobbico ed Apecchio,
lo storico piobbichese dell’800 Antonio Tarducci nei suoi saggi illustra due ipotesi riguardo la
loro origine: quella longobarda geograficamente limitrofa e quella germanica.
Riguardo la seconda ipotesi il Tarducci riporta dichiarazioni di palazzo tramandatesi
dai conti Brancaleoni sul loro capostipite che sostenevano essere di origine tedesca.
Se si dà credito a questa interpretazione, l’investitura del feudo al primo Brancaleoni poteva forse
averla concessa l’imperatore sassone Ottone I alla conclusione della campagna d’Italia contro
Berengario II ribelle re d’Italia arroccato a San Leo.
Ottone I in quell’occasione (962/63) concesse ai suoi fidi diversi feudi.
Infeudò della contea di Carpegna Ulderico il Sassone suo nobile o generale al seguito.
Allo stesso modo Ottone I avrebbe potuto infeudare un altro suo nobile o generale
al seguito come conte della contea di Piobbico/Apecchio. Questi di probabile origine sassone
sarebbe quindi stato il capostipite della dinastia dei conti Brancaleoni.
Se l’investitura non fosse pervenuta da Ottone I poteva essere stata fatta nei decenni successivi da
suo figlio Ottone II o dal figlio di lui Ottone III durante uno dei loro viaggi diplomatico/militari in
Italia.
Dalla casata Brancaleoni di Piobbico discesero rami comitali infeudatisi nelle zone
della valle del Metauro.
Oggi si è fatta strada un’altra ipotesi sull’origine dei Brancaleoni, quella che li vede derivare dalla
nobile famiglia dei Frangipane di Roma un cui ramo avrebbe spostato i propri interessi
a Piobbico.
A Roma durante le carestie questa nobile famiglia si distingueva per la carità che faceva
al popolo distribuendo il pane.
I popolani nelle piazze si rivolgevano loro dicendo “frange panem” cioè spezzate i filoni
di pane in due parti di modo che possano essere distribuiti meglio.
Dal “frange panem” latino al nome Frangipane della casata.
Certo che un ramo di quella famiglia così blasonata ed importante una volta giunto
in territorio piobbichese abbandonasse il proprio nome di casata per assumere a seguito
di matrimonio con una famiglia illustre locale quello di Brancaleoni, mi sembra cosa poco
probabile. Eventualmente avrebbe associato al suo nome quello dei Brancaleoni.
E’ degno di nota però che lo stemma della famiglia Frangipane di Roma portava due leoni
rampanti che spezzavano in due un filone di pane.
Ed un leone rampante compare nello stemma dei Brancaleoni di Piobbico.
Si sostiene anche che i conti Brancaleoni esercitarono il potere sul proprio feudo in maniera
allodiale, cioè senza essere stati infeudati da nessuno.
In questo caso i Brancaleoni potevano assere stata una famiglia nobile locale di origine
longobarda la quale non avendo combattuto contro i Franchi quando questi sconfissero l’ultimo re
longobardo Desiderio (774), per la fedeltà dimostrata si era vista confermare
dai Vicari franchi di Carlo Magno i quarti di nobiltà longobardi già posseduti.
Se si avvalora questa ipotesi, è logico che di quegli atti giuridici redatti nel 774 o poco dopo si sia
poi persa traccia storico/documentale e che per questo motivo il feudo dei Brancaleoni possa
essere stato considerato allodiale da alcuni studiosi.

Soltanto successivamente dal 1576 al 1631 fu richiesto alla famiglia Brancaleoni
di Piobbico giuramento di fedeltà prima al Duca d’Urbino (famiglia della Rovere)
e poi dopo il riassorbimento del ducato nei territori pontifici, al Papa.
Per capire qualcosa di più sul tutto, bisognerebbe leggere i documenti giuridici quelli
più datati che in qualche archivio sono rimasti e vedere con che cognome o doppio cognome
inizialmente si firmavano i conti Brancaleoni di Piobbico.

Gaetano Dini, Rimini, 20/09/2019

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