Global Warming ricerca della verità.

Il Global Warming è una realtà innegabile, se intesa come aumento termico rispetto al periodo 1979/2000. Purtoppo è una teoria manipolata da scienziati, politici, meteorologici, glaciologi, per attrarre consensi, perché questo è il tema del momento. Il Global Warming ripeto è una realtà innegabile nel periodo preso in esame,dall’anno 2000 in avanti le temperature medie sono in lieve costante calo.

E’ Fuorviante rappresentare i danni del Global Warming facendo paragoni sullo stato dei ghiacciati ai primi del ‘900, se non fine ‘800, con lo stato attuale. All’epoca eravamo al termine della maggiore fase di espansione dei ghiacciai di almeno un millennio ad oggi. Era il periodo terminale della PEG, ovvero Piccola Era Glaciale. I paragoni vanno mostrati con onestà.

Riscaldamento globale, quanto questo processo sia causato dall’uomo non è definito con certezza. Non ci sono univoci valori che indicano quanto il contributo delle attività umane stia facendo degenerare la normalità del clima,molti scenziati affermano che sia infinitasimale  il loro aapporto.

Si può essere d’accordo sul fatto che il riscaldamento medio terrestre è un fatto reale, ma è pretenzioso affermare che in passato non sia mai avvenuto un rapido riscaldamento paragonabile a quello attuale.

La Paleoclimatologia offre ben altre ipotesi, e sottolinea che negli ultimi millenni il Clima Terrestre ha visto sia repentini aumenti termici, che repentini abbassamenti della temperatura. Il Clima terrestre può cambiare in modo repentino e improvviso da creare disagio alla popolazione, flora e fauna.

Ma per fare raffronti con un passato lontano e definire  i cambiamenti climatici nei millenni è necessario avere i numeri, con misurazioni termometriche a norma. Di certo si può dire che oggi faccia caldo circa 0,5°C più della norma di riferimento, ovvero da quando si fanno rilevazioni termometriche. Ma vorremmo anche rammentare che i dati IPCC sono stati oggetto di uno scandalo, il Fakegate.

La grande STASI – Un recente post (Christopher Monckton) sul celeberrimo sito di Anthony Watts, “Watts Up With That?”, dimostra che dal 1996 vi è un trend vicino allo zero nei cinque principali prodotti di misura delle temperature globali: due satellitari, UAH e RSS, e tre terrestri, NCDC, GISS e Hadcrut4. Nel grafico sotto riprodotto tale scenario appare evidente: dal 1996 al 2013 abbiamo un trend minimo di +0,09°C. Io aggiungo che se si fosse fatta la stessa cosa a partire dal 1998 avremmo ottenuto un trend praticamente uguale a zero. Se poi iniziassimo a misurare dopo il 2000, il trend sarebbe negativo.

immagine 1 del capitolo 1 del reportage 28933

Gli errori dei modelli IPCC – Ma secondo Monckton il punto non è questo. La questione vera consiste nel misurare la qualità delle previsioni riportate nell’IPPC AR5, il famoso quinto rapporto. Il periodo considerato è il 2005/2013. Ecco tre grafici che non lasciano dubbi sugli errori macroscopici dei modelli climatici usati dall’IPCC.

Modelli terrestri – Dapprima il confronto dei tre modelli terrestri con il trend previsto dai modelli climatici: a fronte di un trend previsto di +0,25°C abbiamo avuto un trend reale di -0,05°C: quindi un errore di +0,3°C.

immagine 2 del capitolo 1 del reportage 28933

Modelli satellitari – Nel secondo grafico troviamo il confronto dei due modelli satellitari con il trend previsto dai modelli climatici: a fronte di un trend previsto di +0,20°C abbiamo un trend reale di -0,02°C: quindi un errore di +0,22°C.

immagine 3 del capitolo 1 del reportage 28933

Tutti i modelli – Infine nel terzo grafico troviamo il confronto dei cinque modelli con il trend previsto dai modelli climatici: a fronte di un trend previsto di +0,20°C abbiamo un trend reale di -0,04°C: quindi un errore di +0,24°C.

immagine 4 del capitolo 1 del reportage 28933

Quello che invece appare evidente è la necessità di rivedere e migliorare i modelli climatici in uso, valutandoli non in modo dogmatico e acritico, soprattutto quando vengono usate le loro cifre per scelte politiche di gestione del territorio.La validità  delle previsioni climatiche per fine secolo sono discutibili, anche se rispetto a 30 anni fa, quando furono pubblicate le prime previsioni su come sarebbe stato il clima attuale, la scienza e la tecnologia hanno fatto passi da gigante. E’ bene che si sappia,  che da 30 anni si lanciano previsioni e, che il clima di oggi sarebbe dovuto essere semi desertico per il Sud Italia, le Isole Maggiori e le regioni mediterranee europee, con piogge talmente scarse da annientare la vegetazione mediterranea naturale, e danneggiare l’agricoltura. Ma ciò non è avvenuto.

Il Global Warming è un tema scottante, ma noi lo possiamo concepire solo in termini naturalistici, perché vorremmo che fossero ridotte le emissioni di sostanze inquinanti in specie in quei Paesi che si sono sottratti dalla sottoscrizione di protocolli di intesa tra i vari Paesi. Così che ogni anno, le maggiori aree urbane d’Oriente sono invase da masse di smog che causa nebbie impenetrabili. Centinaia di milioni di persone vivono dentro una concentrazione di aria inquinatissima che per noi occidentali sarebbe impensabile accettare.

Tutto ciò è intollerabile per l’uomo, per la natura, per l’ambiente naturale.

Siamo in una fase più calda, probabilmente anche influenzata in parte da attività umane, ma quello che viene detto Global Warming non ha annientato le possibilità che vi possano essere Inverni rigidi anche in questa fase climatica. Lo abbiamo visto qualche anni fa in Europa, quando in Russia europea si ebbe l’inverno più rigido del secolo, oppure in altre annate quanto nelle Isole Britanniche si ebbe una serie di rigidi inverni, così come in Italia appena 3 anni fa, nel Febbraio 2012. Vogliamo poi parlare di Nord America, Sud America, Australia che hanno visto stagioni invernali rigidissimi!

Si ha l’impressione che gli effetti del Global Warming siano amplificati dal voler allarmare a tutti i costi il lettore per ottenere visibilità. Il Global Warming è un problema mondiale che va affrontato, e su ciò siamo concordi.

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