Domani 17 settembre ore 16.00 Santa messa nel Santuario del SS Crocifisso in onore di Santa Ildegarda di bigen

Su iniziativa del microbirrificio venere domani verrà celebrata la Santa Messa alle 16.00 nel Santuario del SS Crocifisso in onore di

Sant’ Ildegarda di Bingen Vergine, Dottore della Chiesa la prima che utilizzò il luppolo come ingrediente essenziale per aromatizzare la birra.
Seguirà un rinfresco nel circolo Arci offerto dal microbirrificio stesso.

Humus lupulus, pianta delle angiosperme diffusa spontaneamente nella parte continentale dell’Europa, quindi anche in Italia (continentale). Predilige rive di corsi d’acqua, margini di boschi, zone collinari, comunque luoghi di terra fresca e fertile e condizioni climatiche né troppo umide né troppo ventose.

 

Il luppolo è una pianta che, se ben coltivata, raggiunge anche i sette metri d’altezza producendo i preziosi coni, infiorescenze femminili ricche di aromi. Perché il luppolo è pianta dioica, ovvero ha fiori unisessuali. In commercio si possono trovare luppoli in forma di plugs (coni pressati), pellets (pastiglie), ed estratto (estratti isomerizzati), rimangono comunque i coni la forma più naturale.

Ne hanno di proprietà i luppoli, molte straordinariamente utili e, come ogni cosa, anche qualcuna alla quale fare attenzione. La pianta del lupo è una cannabinacea, della stessa famiglia della marijuana, e il cannabinolo può moltiplicare gli effetti delle benzodiazepine. Per intenderci chi usa abitualmente lexotan, valium, tavor, ecc.. è consigliabile che faccia uso morigerato della birra.

Tra le proprietà più importanti del luppolo vi sono quelle stabilizzanti e quelle, seppur blandamente, antisettiche. Proprio queste resero persuasa Suor Hildegard von Bingen a farne uso per aromatizzare la birra.

Santa Ildegarda di Bingen è stata canonizzata nel 2013, quarta donna a sedere fra i Dottori della Chiesa con Santa Caterina da Siena, Santa Teresa d’Avila e Santa Teresa di Lisieux.

Fra le tantissime opere e scoperte di Santa Ildegarda vi fu proprio questa: l’aggiunta del luppolo rendeva la birra di più lunga durata e maggiore sanità. Per la verità vi sono tracce di coltivazioni di luppolo in abbazia fin dai cinque secoli precedenti ma è dal 1114 che esso diventa una costante nella aromatizzazione del “pane liquido”.

Si rammenterà che l’editto impone la produzione solo da San Michele (29 settembre) a San Giorgio (23 aprile). Le ragioni? Il caldo estivo moltiplicava il pericolo di incendi e, soprattutto, la rapida alterazione della preziosa bevanda.

I monaci bavaresi (nel convento Weltenburg si possono ancora visitare) cominciarono a produrre e stoccare la birra nelle cantine sotterranee scavate nella roccia ed estremamente fresche.

Notarono rapidamente che la birra si teneva meglio e, soprattutto, fermentava più lentamente. Inoltre dopo la fermentazione, i lieviti si adagiavano sul fondo del recipiente (bassa fermentazione) lasciando un liquido assai meno torbido della birra classica (alta fermentazione) nella quale i lieviti sospesi intorbidavano la birra con le loro lunghe catene.

Occorrerà attendere qualche secolo per scoprire che il ceppo dei lieviti è diverso … ma intanto era nata la birra Lager.

riccardo

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *