Gli Etruschi

Sogno di una notte di mezza estate” – Gli Etruschi

Gli Etruschi chiamati Tirreni dai Greci, Tusci dai Romani che chiamarono Tuscia, Etruria

la loro terra, chiamavano se stessi Rasna.

Nell’ 8° sec. a.C. era già marcata la presenza di una civiltà etrusca.

L’Etruria delle origini presentava i caratteri della civiltà villanoviana; era l’espressione di un popolo frugale, fatto di agricoltori, mercanti, soldati mai dediti ad una vita di mollezze, come certa critica storica ha interpretato.

Con l’espandersi in seguito dell’attività marinaro-commerciale nel Tirreno, il contatto con popoli quali i Fenici, i Cartaginesi, portò influssi orientaleggianti nei costumi etruschi, soprattutto nelle città costiere dell’Etruria.

La storia del popolo etrusco è la storia delle sue Confederazioni, unioni di città-stato sulla base

di comuni vincoli linguistici, religiosi, culturali, raramente sulla base di vincoli politici che si instauravano solo al sorgere di una minaccia comune.

Le città-stato erano rette da un regime monarchico.

Il re era chiamato Lucumone, capo dell’esercito, amministratore di giustizia, sommo sacerdote.

In seguito il sistema monarchico fu sostituito da governi repubblicani retti da oligarchie di censo.

I rappresentanti delle città-stato si riunivano ogni anno in primavera presso il Fanum Voltumnae,

il santuario del Dio Voltumna o Vertumno, probabilmente un aspetto specifico del dio etrusco Tinia, equivalente al Giove romano.

Voltumna personificava il mutamento delle stagioni e presiedeva alle varie maturazioni agricole.

Il Fanum era posto vicino la città di Volsini, probabilmente Volsini Veteres, l’odierna Orvieto

in quanto situata in posizione geografica centrale rispetto la Dodecapoli etrusca.

Il 7° e 6° sec. a.C. rappresentarono i periodi di massima espansione etrusca sia per terra che

per mare.

La scienza etrusca era contenuta in diversi libri:

Libri Haruspicini, con le norme riguardanti l’esame delle viscere;

Libri Fulgurales, trattavano la dottrina delle folgori;

Libri Rituales, contenenti i precetti che regolavano la vita degli Stati e degli individui e la divisione in “Saecula” della vita di un popolo.

Tra i Libri Rituales erano compresi i Libri Acheruntici riguardanti la sorte dell’uomo nell’aldilà

e gli Ostentaria che contenevano la scienza dei prodigi.

Depositari di questa disciplina etrusca erano i sacerdoti, figure potenti.

Al popolo etrusco questa scienza sacra era stata trasmessa, racconta il mito, da Tagete

un fanciullo dotato di virtù profetiche, nato già saggio e talvolta raffigurato con i capelli bianchi,

un puer aeternus.

Un contadino che arava un campo vicino la città di Tarquinia vide una zolla sollevarsi dal solco

ed assumere le sembianze di un fanciullo, Tagete appunto. Questi prima di scomparire, visse solo

il tempo necessario per insegnare agli Etruschi accorsi in massa sul luogo del prodigio, la dottrina sacra che venne raggruppata nei tre suddetti Libri, gli Haruspicini, i Fulgurales, i Rituales.

La scienza della misura dei campi, il loro limite, il loro termine, venne invece trasmesso agli Etruschi dalla ninfa Vegoia.

Certa critica storica ha sempre considerato a torto il genio etrusco come fatalista, pessimista

e la dimensione etrusca come enigmatica e sfuggente.

L’Etruria si trovava in una zona che nelle precedenti epoche geologiche era stata vulcanica.

Laghi più o meno grandi formatisi dentro le bocche di crateri e vari massicci di tufo erano infatti disseminati ovunque.

E’ così che gli Etruschi svilupparono il loro misterioso rapporto con il tufo, materiale sedimentario lavorabile e derivato dalla deposizione incoerente di ceneri e lapilli vulcanici.

Gli Etruschi infatti costruirono i loro paesi sopra o a ridosso di pianori di tufo e scavarono le loro

“Vie Cave” tra pareti di tufo.

Le “Vie Cave” potevano essere sentieri cerimoniali che portavano alle Necropoli o verso delle viscere immaginarie della terra. Percorrendole il viaggiatore assaporava ed assapora ancora un’atmosfera di magico, di contatto con il sottosuolo e con una dimensione altra.

Gaeatano Dini – Rimini, mattine del 17.08.2013 e del 03.06.2014

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