Prospettive invernali ultime news

La stagione invernale 2013 – 2014 sta presentando sul conto un inaspettato rinforzo della corrente a getto in conseguenza di un Vortice Polare che risulta mediamente più compatto rispetto a quanto è accaduto nelle annate precedenti. La causa di questa compattezza del vortice è ancora sotto studio dai numerosi studiosi e “meteoappassionati” di teleconnessioni ma pare che lo zampino di tutta questa situazione possa derivare dall’attività solare. Dopo una lunga fase di quiescenza infatti, il solar flux è considerevolmente aumentato negli ultimi mesi, sino a raggiungere valori ragguardevoli. Nulla di particolarmente preoccupante, alti livelli di solar flux indicano che ormai siamo giunti al picco massimo del famigerato ciclo 24 e che ben presto (a partire dai prossimi mesi) dovrebbe subentrare un rientro di tali valori sino a livelli più contenuti.

Che relazione esiste tra solar flux e la circolazione terrestre?

Diverse ricerche evidenziano una relazione tra l’attività solare e quello che è il comportamento della circolazione atmosferica terrestre. In particolare è stato osservato che fasi di elevata attività solare tendono ad inasprire il gap termico presente tra regione polare e regione equatoriale, determinando di riflesso un rinforzo della corrente a getto alle medie latitudini, determinando così un Vortice Polare assai più compatto rispetto quanto accada durante le fasi caratterizzate da una scarsa attività solare.

Questa teoria pare riscontrare parziale conferma in quelli che sono stati i comportamenti dell’atmosfera in relazione alle fasi solari sinora studiate. Gli anni 90′, caratterizzati da una estrema compattezza ed estrema forza del Vortice Polare, è stato un decennio caratterizzato proprio da una imponente attività della nostra stella. In diverse occasioni la Terra fu letteralmente investita da tempeste di particelle che, ai tempi, furono persino preannunciate dai telegiornali regionali come potenzialmente dannose per le telecomunicazioni.

Il passaggio di consegne anni 90′, anni 2000′ è stato invece caratterizzato da una perdurante fase di minimo solare che ha coinciso con un netto calo delle vorticità zonali, sostituite da una ripresa degli scambi meridiani che sono divenuti molto attivi sull’intero continente europeo in tutte le stagioni dell’anno. Secondo alcune di queste teorie, l’attuale fase di massimo solare potrebbe avere in qualche modo influenzato proprio il comportamento del Vortice Polare, determinando una maggiore reattività delle westerlies occidentali.

Quali prospettive per l’inverno sulla terza decade di gennaio e l’arrivo di febbraio?

Andranno a vuoto i tentativi delle masse d’aria continentali di ribaltare una situazione che per troppo tempo è rimasta su col piede sbagliato, negando un evidente decollo della stagione invernale in Europa. Le “brutte” notizie per l’inverno, giungono ancora una volta da quel comparto dell’emisfero che è risultato così influente nel plasmare una stagione invernale che è stata tanto furiosa negli Stati Uniti, quanto debole e fiacca sul nostro continente.

Stiamo parlando del Canada e delle sue vorticità che, ancora una volta, andranno a mettere i bastoni tra le ruote all’inverno europeo, invalidando il concretizzarsi su più larga scala della giovane circolazione gelida antizonale che in queste ore sta tentando (faticosamente) di farsi varco sul continente partendo dai settori nord-orientali.

L’arrivo della terza decade di gennaio sarà quindi caratterizzata da un nuovo rinforzo della corrente a getto zonale, corrispondente ad un nuovo ricompattamento del Vortice Polare in sede canadese. Questo nuovo ricompattamento del Vortice sarà tuttavia meno intenso rispetto a quello disastroso (per l’inverno europeo) avvenuto in dicembre. L’allungamento delle giornate potrebbe inoltre giocare a nostro favore, regalando maggiori chance di assistere ad una parte finale d’inverno caratterizzata comunque da maggiori scambi meridiani che avvierebbero una fase atmosferica più fredda (non gelida) e tendenzialmente instabile.

Quali tipi di masse d’aria potrebbero agire sul continente e sull’Italia?

Decaduta l’offensiva delle gelide correnti di estrazione continentale, la terza decade di gennaio potrebbe essere accompagnata da una parziale distensione dell’anticiclone azzorriano sulla parte occidentale del continente. L’arrivo di questa fase atmosferica sarebbe determinata da un rinforzo della corrente a getto alle alte latitudini atlantiche che, conseguentemente darebbe il via ad una nuova invasione di aria più mite in direzione dell’Europa.

Questa fase dovrebbe tuttavia avere una durata temporanea, i primi predictor per il mese di febbraio mettono infatti in evidenza un continente europeo che potrebbe essere influenzato dall’arrivo di masse d’aria ARTICA di provenienza settentrionale o nord-occidentale.

Il mese di febbraio potrebbe quindi presentare qualche picco di freddo in più?

Questa appare al momento l’ipotesi più probabile che, qualora dovesse risultare realistica, aprirebbe le porte ad un periodo di vivacità atmosferica fatta di nubi e precipitazioni che a più riprese potrebbero interessare lo stivale. In queste condizioni il transito di sistemi perturbati si accompagnerebbero ad una quota neve tutto sommato più che accettabile. Occorre comunque rimarcare che mancherebbero le tipiche fasi “aggressive” di gran gelo portate delle azioni spiccatamente continentali

La prima immagine mostra il grafico dell’Heat Flux a 100hpa, cioè dei flussi di calore che partendo dalle medie latitudini vanno a creare azioni di disturbo a carico del Vortice Polare. Il recente picco dell’Heat Flux ha portato come conseguenza la formazione del modesto SCAND+ che in questo momento sta veicolando freddo in direzione di Scandinavia ed Europa orientale. Dopo aver raggiunto un picco massimo nelle ultime 48 ore, l’Heat Flux avrà con tutta probabilità un nuovo tracollo, evidenziando così il ricompattamento del VP a partire dai settori canadesi.

La seconda immagine mostra invece uno degli spettacolari effetti portati dalla forte attività solare di questi mesi. Aurora Boreale sui cieli della Norvegia.

 

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