PERCORSO CULTURALE

Una storia millenaria ci ha lasciato significative testimonianze di un passato a volte glorioso altre infausto.

 

Sono state rinvenute tombe etrusche e romane e antichi siti termali, tuttavia le vestigia più significative sono quelle appartenenti lo scorso
millennio.

Si va dalla citata Pieve di San Martino (sec. XI), che al suo interno conserva il SS. Crocifisso, particolarmente  venerato, dipinti del Seicento e due altari di arenaria sempre del XVII sec., alla chiesina di S. Caterina di Alessandria (sec. XII).

Ponte medievale “a schiena d’asino” ( XIII° secolo)
Il ponte medioevale è stato costruito ad arcata unica, in pietra arenaria e presenta  la particolare forma a “schiena d’asino”, dovuta al fatto che ogni semi-arcata si appoggia sull’altra determinando  la stabilità di tutta la struttura. Sovrasta il fiume Biscubio ed anticamente era il punto di arrivo delle strade che dal circondario giungevano in Apecchio.

Risalendo il borgo e la via Roma si incontra la Torre dell’orologio (XV sec.) )che con la sua imponenza costituiva l’ingresso principale del castello,  sopra l’arco campeggia lo stemma della famiglia Ubaldini.

Muovendoci nel centro storico sono visitabili la chiesa della Madonna della Vita, (sec. XV) con dipinti del Seicento, ed il quartiere Ebraico. La presenza della comunità ebraica in Apecchio è documentata dalla fine del XV secolo, negli Statuti che il conte Ottaviano Ubaldini della Carda dette al Castello di Apecchio nel 1492, sono riportati alcuni capitoli che disciplinavano le attività svolte dalla piccola comunità ebraica apecchiese formata da una trentina di persone.
La comunità ebraica visse ed operò in Apecchio per oltre cento trenta anni, fino al 1631 quando, a seguito della devoluzione del ducato di Urbino alla Santa Sede, gli ebrei vennero trasferiti nei  ghetti di Pesaro, Senigallia e Ancona.
Il violetto degli Ebrei, lungo 28 metri e largo da un minimo di 37 a un massimo di 42 centimetri, è considerato uno dei più stretti tra quelli esistenti in Italia.
Il “giro d’aria”, come veniva anche definito, delimita l’intero caseggiato di destra  formato dalle abitazioni degli ebrei,  dove troviamo  anche il piccolo cortile  in cui veniva celebrata la festa delle Capanne (Sukkòt), la sinagoga ed il forno.